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Archive for the ‘Real world’ Category

Ovvero: come ho suonato in uno stadio di fronte a 15’000 persone

Volevo pubblicare questo post ad un mese esatto dal concerto, ovvero il 24 agosto (due giorni fa, tre se ci metto molto a scriverlo), ma tra una cosa e l’altra mi accontenterò di scriverlo nella stessa settimana 😉

Per chi avesse vissuto sotto una roccia negli ultimi sei mesi: il 24 luglio a Cesena 1062 musicisti si sono trovati allo stadio ed hanno suonato un intero concerto (18 canzoni) davanti a circa 15’000 persone. Io sono stato uno dei 1062.

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Prequel

Tutto ha inizio il 1 aprile di quest’anno, ore 11:13 (ho controllato su Whatsapp 😉 ), quando il buon Federico mi manda un messaggio dicendomi che quest’anno i ragazzi di Rockin’ 1000 (che l’anno scorso avevano messo assieme 1000 musicisti per suonare una canzone dei Foo Fighters, per convincerli a venire a Cesena) hanno deciso di fare un intero concerto, di nuovo con 1000 musicisti, e mi chiede se mi piacerebbe andare a vederlo.

Vederlo? Tsk, andiamo a suonarci!, rispondo io. Le audizioni erano aperte, era necessario mandare un video in cui si dimostrava di saper suonare lo strumento prescelto. Mi trastullo un paio di giorni con l’idea, ed il weekend successivo prendo in mano la bimba, che non suono praticamente da due anni (ormai la mia vena musicale è acustica, come dimostrato in altre sedi), e produco questo.

Non ascoltatelo, è una performance abbastanza triste sull’assolo… ma indipendentemente dal mio giudizio, la cosa va in porto e due settimane dopo mi accettano!

Le prove

Non c’è moltissimo da dire sulle prove a casa: l’organizzazione ci manda dei video tutorial e le stesse basi che avremo poi in cuffia, e nell’arco dei tre mesi successivi provo le varie parti delle canzoni, sostanzialmente come chitarra ritmica (gli assoli sono fatti quasi esclusivamente dai musicisti solisti che ci preparano i tutorial).

Fast forward al 21 luglio, primo giorno di prove: dopo un po’ di fila per la registrazione, entriamo allo stadio ed iniziamo a provare. Quel giorno siamo solo chitarre (le altre sezioni provano prima e dopo di noi, o nel caso dei cantanti in un luogo a parte). Iniziamo tutti cauti (era stato fatto un po’ di terrorismo sul tenere volumi moderati e portare amplificatori piccoli), ma il Maestro dopo 30 secondi di prove ci dice di alzare a palla l’amplificatore, e per la prima (ed unica?) volta nella mia vita metto il master volume del Fender Mustang I a 9/10 e il volume della Fender Stratocaster a 9/10, e nonostante questo più che sentire con l’udito sento dentro me stesso l’amplificatore durante i brani (e sono solo 20 Watt a stato solido!).

Se volete avere una vaga idea di come potrebbe suonare “Seven nation army” in mezzo a 250 chitarristi…

Chiaramente sentite solo noi, gli altri strumenti non ci sono ancora e la base è in cuffia.

Tra il venerdì ed il sabato pomeriggio proviamo prima con bassi e batterie, poi con i cantanti, poi con tastiere, violini e cornamuse (!) la scaletta: certe canzoni sono un po’ noiose, altre sono qualcosa di fantastico, e si percepisce già così che sarà un’emozione unica, pur non riuscendo a sentire praticamente nessun altro a parte le batterie (bassi, cantanti e tutti gli altri strumenti sono troppo lontani e rivolti verso gli spalti perchè noi si riesca a percepire qualcosa).

Sabato sera la prova generale, con tanto di registrazione audio e video. Tutti i musicisti entrano allo stadio dalla curva lato ferrovia: un’emozione entrare sul prato tutti in fila in mezzo ai riflettori, anche se lo stadio è in realtà vuoto. Un’emozione anche quando, tra un accordo e l’altro, si ha tempo di pensare al fatto che si sta veramente suonando in una situazione unica e non dico irripetibile, ma sicuramente molto particolare.

Il concerto

Domenica 24 luglio: entriamo allo stadio dopo una lunga coda, perchè l’ingresso è scaglionato e siamo in ritardo: è piovuto tutta la mattina, ed i tecnici stanno piano piano riattivando la corrente a tutti gli amplificatori. Per fortuna funzionerà tutto. Posizioniamo lo strumento, proviamo l’amplificatore, poi fuori dal campo.

Passiamo due lunghissime ore seduti in curva, ad osservare lo stadio che va a riempirsi, mangiucchiando la cena: per quanto mi riguarda, un certo nervosismo inizia a farsi sentire, e dopo mezzo panino non riesco più a mandare giù altro. E’ vero, nessuno sentirà mai quanto sto suonando, ma io voglio fare comunque una cosa precisa e pulita, e per questo durante il concerto sarò quasi sempre nella mia posizione, mentre tanti si muovono verso gli spalti o addirittura staccano l’amplificatore e corrono di qua e di là anzichè suonare.

Finalmente, alle 21:00, entriamo sul campo come la sera prima, questa volta accolti dagli applausi di 15’000 persone. Prendiamo posizione, attendiamo che tutti si sistemino (le chitarre entrano per prime), e finalmente si parte.

Vi ho messo due video girati dai miei genitori ed il video ufficiale uscito finora, con “Rebel rebel”. Quando il giorno dopo andrò a sentire i primi video, finalmente sentirò i cantanti ed i bassi (e tutti gli altri strumenti), che mai avevo sentito per 4 giorni di prove e concerto.

Quindi?

Quindi un’emozione unica, un’esperienza indimenticabile: la prima volta in cui uso in pubblico la chitarra elettrica (finora mi era capitato di usare in pubblico solo quella acustica), la uso davanti a 15’000 persone in uno stadio, nella versione più loud possibile. Anche le sudate durante le prove sotto il sole, le due corde rotte durante il concerto (!), le file per la riconsegna delle cuffie, l’attesa prima dell’inizio: tutte cose che si possono rifare altre 2, 5, 10 volte (magari le corde rotte no…), pur di poter ripetere una simile avventura!

Siamo ora tutti in attesa di ulteriori video ufficiali o (più probabilmente) delle riprese e registrazioni ufficiali dell’evento.

La scaletta

Setlist
1) Bitter Sweet Symphony
2) Come Together
3) Gold on the ceiling
4) Born to be wild
5) Jumping Jack Flash
6) It’s a long way to the top
7) C’mom everybody
8) Seven Nation Army
9) Blitzkrieg Bop
10) Smell like teen spirit
11) Rebel Rebel
12) Police on my back
13) People have the power
14) Rockin in the free world
15) Song 2
Encore
1) Bis Rebel Rebel
2) Medley
3) Learn To Fly

Le canzoni migliori (per me): “Rockin’ in the free world”, “It’s a long way to the top”, “Smells like teen spirit”, e naturalmente il medley con i riff più famosi dei Led Zeppelin (e due riff di Jimi Hendrix, but who cares about him!).

L’effetto di queste canzoni, finora sentite solo dal centro del gruppo dei chitarristi, è qualcosa di unico; a distanza di un mese, ogni volta che mi passa in testa l’attacco di “It’s a long way to the top” dopo il primo assolo di cornamuse, ho in testa l’immagine dei batteristi che battono il quarto sui tom con una mano e tengono l’altra alzata in aria, e mi viene la pelle d’oca.

All’inizio del post ho messo alcune foto: la maggior parte mie, un paio fatte dai fotografi ufficiali. Al momento non ci sono foto ufficiali in cui ci sia anche io, se non l’ultima della serie, in cui mi vedete di sfuggita in alto a sinistra (la tracolla “Crime scene” gialla è inconfondibile).

Un enorme grazie a Federico, che ha scoperto l’evento e che ha dato inizio a tutto questo, ed a tutte le amiche e gli amici che sono venuti a Cesena a dare il loro supporto (ed a godersi l’evento 😀 )!

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La mia playlist del 2015

Mi è stato fatto notare, recentemente, che è parecchio che non pubblico più niente su questo blog! Quale modo migliore se non riprendere con la mia playlist delle 10 canzoni che hanno ossessionato perseguitato reso musicalmente interessante questo 2015? Il range è piuttosto vario, sia come generi che come data della scoperta (alcune canzoni le conoscevo da anni, altre sono entrate nella mia libreria musicale praticamente un mese fa).

In fondo al post trovate un link alla playlist su Youtube, qui sotto invece un elenco delle canzoni con una motivazioncina… in alcuni casi personale, quindi può avere senso solo per me 🙂

  • Blackmore’s Night – Village lanterne se me lo chiedete oggi, ritengo sia la miglior canzone dei BN: non ha grandi assoli di chitarra, tutto sommato, ma datemi un climax ed io sono contento, a prescindere dal genere
  • Bruce Springsteen – Tougher than the rest una signora canzone d’amore, in pieno stile Springsteen (quindi non smielata ma quasi dura), con tanto di pezzo d’armonica (quasi) facilmente suonabile… e poi, anch’io voglio un cravattino texano!
  • Colin Hay – Waiting for my real life to begin scoperto grazie a Scrubs: un testo eccezionale, e rappresenta un po’ anche il mio stato attuale, in attesa che la vita vera abbia inizio… 😉
  • Florence + The Machine – Shake it out anche questa scoperta grazie ad un telefilm (HIMYM): altro testo molto bello, sul peso dei rimpianti ed in generale del passato, e di come sia difficile staccarcisi a volte
  • Glen Hansard – Bird of sorrow new entry (scoperta direttamente al suo al live all’Alcatraz), ed in questo momento la mia canzone preferita di Glen: inizia triste ma arriva ad essere speranzosa, e la parte “incazzata” è trasmessa con il grandissimo trasporto tipico del cantante irlandese; il significato malinconico e romantico è poi da brividi… se solo fosse facilmente cantabile!
  • Glen Hansard & Marketa Irglova – When your mind’s made up canzone piuttosto nota (da me), entra in classifica perchè è tutto sommato fattibile cantarla e la parte “incazzata” aiuta a sfogarsi quando necessario…
  • Iron Maiden – Rime of the ancient mariner anche questa è nelle mie playlist da un po’, ma quest’anno ho comprato “Powerslave” e quindi l’ho ascoltata molto di più: un capolavoro, riassume gli Iron Maiden alla grande: lunghi intrecci di chitarre e basso, una parte “sospesa” e poi il doppio attacco porta agli assoli…
  • Marketa Irglova – Crossroads entrata di recente: in generale adoro il pianoforte come strumento, e qui il testo è davvero bello
  • Yann Tiersen – Comptine d’un autre ete – L’apres midi la motivazione è la stessa: un gran pezzo per pianoforte
  • Augustin Barrios – Una limosna por el amor de dios (scoperta interpretata da John Williams, nella playlist la suona Ana Vidovic) pezzo classico stupendo: il tremolo resta un modo di suonare fantastico, e ribadisco come nessun altro tipo di chitarra, indipendentemente dagli effetti e dagli amplificatori usati (e, intendiamoci, ce ne sono che adoro) riesce a battere il suono delle corde di nylon di una chitarra classica…
[youtube https://www.youtube.com/playlist?list=PLHJ9R_JE8Edpctr255hENxMPOqCMXbS1f]

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C’è stato un periodo in cui si tendeva a prendere per i fondelli EXPO 2015, ogni volta che ci passavano davanti o gli articoli che descrivevano le iniziative ad esso legate, o le pubblicità in giro per la metropolitana o sui giornali, bollando il tutto con frasi del tipo “tanto non verrà mai realizzato”, “chissà quanto verrà a costare”, “un Paese come il nostro non si merita questo tipo di eventi perchè non è in grado di valorizzarli” etc.

Il tutto è stato incentivato dal festival di scandali che EXPO ha prodotto in questi anni, e dalla quantità di persone che ci hanno mangiato alla grande, essenzialmente con i soldi pubblici.

Eppure, da un anno a questa parte ho conosciuto diversi colleghi che hanno lavorato e lavorano per EXPO, su progetti diversi e con diverse responsabilità; colleghi come me, quindi assegnisti al Poli, una delle categorie direi meno privilegiate di sempre, all’interno di un sistema universitario come il nostro, con tutti i suoi problemi.

Ed ho smesso di prendere per il c**o EXPO, perchè mi sembra francamente di mancare di rispetto a chi per EXPO ci lavora veramente, a chi non ha mai visto un centesimo in più (se non il suo normale stipendio), e quindi a chi merita di vedere EXPO avere un minimo di successo e non merita di vederlo fallire, seppellito da tutte le maledizioni e sfortune che la gente comune, che vede solo chi ha rubato dei soldi, non esita a lanciargli, specie nei social media.

… sentiamoci liberi invece di continuare a maledire chi i soldi li ha rubati veramente 🙂

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Ricordi di Uri

divano

  • si addormentava quando suonavo la chitarra (naturalmente gli servivano 10 minuti buoni prima per decidere che l’oggetto “chitarra” non era una minaccia)
  • l’energia che aveva a fine giornata, dopo aver passeggiato per ore, la prima volta che siamo andati in montagna, quando aveva ancora voglia di correre su e giù per il prato dietro casa inseguendo una palla
  • la sensazione che avevi quando sentivi al tatto il cuore saltargli letteralmente fuori dal petto, mentre guardava la mamma rientrare a casa
  • l’acutezza dei sensi: era in grado di sentire un oggetto estraneo in casa a 3 camere di distanza, appena metteva zampa nell’appartamento; sono convinto che in alcuni casi sapesse che la mamma stava arrivando, o che il papà stava portando a casa il pane, quando la loro macchina era ancora dall’altra parte della piazza
  • quando lo sgridavi, si metteva tutto pentito nella cuccia, ma bastava uno sguardo perchè si sentisse perdonato e tornasse di corsa
  • a volte bastava un tuo sguardo per fargli capire che la mamma stava rincasando 🙂
  • la zampina che metteva sopra il bracciolo della sua poltrona per farti capire che fino a quel momento aveva scherzato, ma ora pretendeva delle coccole
  • come abbia miracolosamente sempre evitato di schiantarsi contro il muro del pianerottolo quando scendeva le scale di corsa
  • quando si metteva a correre d’improvviso sul marmo e per il primo paio di secondi scivolava e “sgommava” sul posto
  • come si faceva piccolo piccolo (per quanto possibile) se si sentiva incompreso
  • la corsa furtiva, quatto quatto, dallo studio al salotto quando riusciva a rubare della carta dal cestino

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Uragano (2001 – 2014)

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A dog doesn’t care if you are rich or poor, clever or dull, smart or dumb. Give him your heart and he’ll give you his. How many people can you say that about?

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Intel Edison

Intel Edison

As some of you that follows me on Twitter may already know, I was at MakerFaireRome a few weeks back, and I couldn’t resist to buy the new Intel Edison board, the follow-up of Intel Galileo. Now, the board promises to be a lot of fun: it has a dual core Atom CPU (!), plus an Intel Quark microcontroller, 1 GB of RAM, 4 GB of disk, WiFi and Bluetooth: basically, everything in a really small form factor. There are some interesting things that I would really like to try, for example SparkFun sells a LiPo battery, and I am really curious how long it could last while powering up all the good stuff that I cited above, but that’s not the main topic for this post.

What I really wanted to try actually is the Intel XDK: for some reason, Intel decided to develop its own SDK for mobile applications, that uses open source frameworks such as Apache Cordova (that I didn’t know about, and which I am quite curious about now!) to allow developers to create their applications using HTML5, CSS and JavaScript and deploy them on all the OSes (Android, iOS, Windows Phone). At some point they also decided to extend their SDK to support their IoT efforts (XDK IoT Edition), and that’s what I was finally able to try yesterday: attach some hardware, deploy an app on the Edison and its companion app on Android, and see how the two of them react together (of course, you can develop apps for the Edison using the Android IDE, but there are more powerful ways to do that…).

The hardware

Edison and a couple of sensors and actuators

Edison and a couple of sensors and actuators

I have to admit that I put together a very simple experiment very quickly, so nothing fancy here: I dug up a proto shield for Arduino that I prepared some time ago, with just a couple of LEDs and a couple of buttons, and I put them together on the Intel Edison and Arduino breakout board, which is basically a board that exposes some USB ports, a slot for the Edison itself, and a set of headers to connect Arduino shields.

The thing that took more time was updating the Edison firmware: it is as simple as download the files from the Intel Website and put them in a partition that appears when you connect the board to a computer, except for the fact that noone tells you that the partition should be formatted in FAT32 before doing that (by default it is FAT): if you don’t, when you connect to the board through the serial port and execute the update, Linux is not able to read the files and fails (by the way, they use Yocto, of course!).

XDK, IoT Edition

XDK IoT

XDK IoT

Anyway, once done that, I fired up the XDK: what Intel did was put together a C/C++ library that supports the usual hardware protocols (digital and analog I/O, SPI, PWM…), and they made a wrapper in Python and one in JavaScript, and this one is the one that the IDE uses: basically, you write an app using Node.JS, using any of the Node.JS libraries plus the one interfacing with the hardware, and then the IDE builds up the dependencies (whenever they need to be built) and packages them on the board. It supports deployment, start and stop from the IDE, and remote debugging (“remote” because the computer and the Edison communicate through a LAN, not through serial).

Now, I am quite new to Node.JS (i.e., it was the first time that I used it, since it is known that I consider JavaScript to be one of the worst languages ever), so what I did was take an existing template and play with it: the code that you see up there simply reads the status of the two buttons and updates the two LEDs according to which button is pressed (a standalone application, if you wish, that you can write as easily with the Arduino IDE). The “new” part is that it also fires up a Web server and creates a Websocket that periodically publishes the status of the buttons to whoever is connected to it. Starting the app, thus, means starting the standalone job and the Web server, that waits for anyone to connect to it.

The standalone part of the application was working (I did not make a video: it is too stupid as code to be worth it 🙂 ): it was time to find out how the smartphone counterpart works.

XDK, the smartphone counterpart

XDK smartphone

XDK smartphone

I started another existing template for smartphones, that was designed as a counterpart for another IoT template: basically, it shows a big grey circle and a text field, and it connects to the server that you specify on bootup, listening to the Websocket and updating the circle color and the text field whenever an update message arrives. The code is quite simple, and I made almost no modifications to the template: I maintained the same graphical layout and simply changed the message content that it receives from the Websocket (according to what I developed previously for the IoT app).

Bootup in the emulator

Bootup in the emulator

The editor part of the SDK is basically the same between the IoT and the smartphone parts: you are editing JavaScript in both cases. The smartphone part has several more tabs apart from the editor: first of all, the emulator. I am not sure but I think it uses the Intel virtualized capabilities of the hardware if available, or maybe it is only an emulator with HTML5 support: it was really fast to bootup (I am not sure because I was using it on Windows*, and I have no idea whether the virtualized capabilities are automatically started. I have not read much of the documentation for the XDK yet…); once started, it allows you to execute and debug an application, and see it using different graphical dispositions (the one in the screenshot is Nexus 4, but you have some Apple models and some Windows ones, plus others).

The IDE allows you to upload the app to the cloud and test it somehow: this is something I have to tried yet, so I cannot tell you much about it. If you don’t what to follow that route, you can simply test it on your devices: you need to install an Intel companion app that handles the communication with the XDK, and after that you can launch the execution on the device.

The app waiting for something to happen...

The app waiting for something to happen…

... something happened!

… something happened!

These are two screenshots that I took on my Nexus 5: the messages assume that someone is “knocking” by pressing the buttons on the shield connected to the Edison board. So it works! 🙂

Get the apk

Get the apk

Finally, you can build the APK: the XDK produces an ARM and an Intel version of the app, and you can download them and install them wherever you please, or put the in the various online markets. Of course, you can get the equivalents for iOS and Windows Phone (I have not tried, since I have no devices to try them).

Conclusions

All in all, the XDK is quite nice: it allows you to develop apps for IoT and smartphones using the same IDE, which for me is a very big plus. I found out the IDE to be a little unstable when moving from one app to the other, but then I installed an update and now it may be more stable (I found out about the update when I already finished my tests, so I have not tried it yet). I really need to explore more the Node.JS libraries on the IoT side and the JavaScript client libraries on the smartphone side (the XDK presents you with libraries for Facebook, Dropbox, Flickr, iTunes and much more, but I have no idea what they do or how they work), and also the Cordova API, that should allow the Web code to interact with the sensors inside the smartphone.

I have to say that I am quite interested in the idea of developing apps for all the smartphone OSes in one shot (yeah, I know is not a new idea…): as of today, I have only written native Android code, and I want to see what you can do using the HTML5 + JavaScript pair…

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Più o meno un anno fa, guardando lo stato dei pickup della mia Fender Stratocaster, ho visto tracce di ruggine, ed ho quindi fatto un po’ di ricerche per sostituirli. Poi, tra una cosa e l’altra, ho rimandato l’acquisto fino a un paio di settimane fa, quando ho finalmente deciso cosa comprare e che modifiche fare, ed il post qui descrive la nuova configurazione montata ieri.

La lista della spesa è piuttosto semplice:

  • un set di pickup Fender Vintage ’57-’62: il mio sito di fiducia (Thomann.com) aveva anche altri modelli, ma alla fine ho optato per questo set, che ha un suono abbastanza caldo e che in generale preferisco a fronte di altri modelli. Ho poi optato per un set della Fender per andare “sul sicuro”
  • un pickup Seymour Duncan SJBJ in posizione bridge: facendo un po’ di ricerche sui pickup, ho scoperto che esistono modelli humbucking a singolo slot, adatti quindi ad una chitarra che normalmente ha single coil; sulle Fender tipicamente le due configurazioni che vanno per la maggiore sono HSS o HSH, ovvero l’humbucking o solo al ponte o sia al ponte che al manico (esistono eccezioni, ad esempio Dave Murray degli Iron Maiden ha una configurazione HHH). Ora, a me il suono del single coil al manico mi piace veramente molto, e non lo sostituirei mai; al ponte, invece, l’idea di avere un pickup che dia un po’ più di spinta sulle parti distorte non mi dispiaceva affatto, e comunque un test ci poteva stare.
  • un selettore a 3 vie: dato che stavo mettendo le mani nella configurazione, due modifiche importanti: la prima era non collegare del tutto il pickup centrale: non lo uso mai, tanto che la sua manopola del tono è sempre stata tenuta a zero, ed io personalmente salto sempre direttamente tra neck e bridge (vorrei dire “come Ritchie Blackmore”, ma non vorrei pensaste io sia anche solo vagamente vicino a quel livello: tutt’altro!). Non solo: nei brani con parti ad accordi pieni (tipicamente senza effetti), mi capita di fare ampi gesti con la mano destra e colpire accidentalmente il selettore, spostandolo dalla posizione neck ad una di quelle intermedie, introducendo per sbaglio il pickup centrale e cambiando completamente il suono. Ora, sarà colpa mia perchè forse dovrei fare gesti più piccoli, ma la questione rimane. Da qui la modifica: scollegato il pickup centrale, e sostituito il selettore a 5 vie con uno a 3: la via centrale l’ho cortocircuitata a quella in posizione “neck”, così che anche un eventuale colpo al selettore lo sposterebbe dalla posizione 1 alla posizione 2, ma il suono non sarebbe in alcun modo cambiato. La posizione 3, naturalmente, resta per il pickup al ponte. Ho anche pensato per un po’ di collegare la manopola del tono rimasta “vuota” al pickup del ponte, ma alla fine non l’ho fatto.
  • un po’ di nuove molle per il tremolo: quelle vecchie cigolavano… -_-

Ieri ho quindi aperto la Fender, scollegato i vecchi pickup e collegato quelli nuovi, cambiando anche il selettore: un buon lavoro di saldatura, e per fortuna tutto funziona perfettamente 🙂

Foto

Un po’ di foto: i vecchi pickup con i loro collegamenti, i nuovi pickup con i loro collegamenti, due appunti su come erano e come sarebbero diventati i collegamenti elettrici (onde evitare casini).

Old pickups

Old pickups

Old pickups wiring

Old pickups wiring

New pickups wiring

New pickups wiring

New pickups

New pickups

Old wiring schematics

Old wiring schematics

New wiring schematics

New wiring schematics

Il suono

Ho fatto un paio di registrazioni rapide per mostare il suono; non ho una registrazione recente dello stato delle cose prima del cambio di pickup, quindi non ho un confronto immediato. Tutte le registrazioni sono state fatte collegando la chitarra al computer e registrando su Ableton Live 8, utilizzando Amplitube 3 per emulare le testate degli amplificatori.

La prima registrazione è una semplice improvvisazione con overdrive: più o meno a metà dell’assolo si sente il pickup al manico, mentre nel resto dell’assolo e nell’accompagnamento uso l’humbucking. La testata (emulata) è un Fender Super-Sonic, cui aggiungo il buon SD1 della Boss per l’assolo.

La seconda registrazione è il solito tema di “The rock”, qui usato per testare la distorsione: il primo assolo e l’accompagnamento usando l’humbucking, mentre il secondo assolo usa il pickup al manico. La testata (emulata) è un Fender Metalhead, cui aggiungo il DS1 della Boss, e nel primo assolo sia il Wah della Dunlop (solo per accentuare il feedback) e l’RV5 (per dare ancora più reverbero).

Una nota: il mixing potrebbe non essere eccezionale, era la prima volta che usavo Ableton (più o meno costretto, diciamo…).

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Aggiorno il mio scaffale d’oro (i 10 libri che metterei in un’ipotetica libreria d’oro): ci sono romanzi che non posso credere di aver dimenticato la volta precedente…

  • “Il signore degli anelli”, J.R.R. Tolkien
  • “Addio alle armi”, E. Hemingway
  • “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, E. Brizzi
  • “Dracula”, B. Stoker
  • “L’ultimo dei Mohicani”, J.F. Cooper
  • “Due di due”, A. De Carlo
  • “Guida galattica per autostoppisti”, D. Adams
  • “Il cacciatore di aquiloni”, Khaled Hosseini
  • “L’ombra dello scorpione”, Stephen King
  • “Il conte di Montecristo”, A. Dumas

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“La mia opionione conta quanto la tua.”
UN CAZZO.
La tua opinione conta quanto la mia se parliamo alla pari. Se io sono ignorante come una bestia dei boschi e tu fai la tal cosa per mestiere, la tua opinione conta qualcosa e la mia é aria che esce dalla parte sbagliata.

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