- si addormentava quando suonavo la chitarra (naturalmente gli servivano 10 minuti buoni prima per decidere che l’oggetto “chitarra” non era una minaccia)
- l’energia che aveva a fine giornata, dopo aver passeggiato per ore, la prima volta che siamo andati in montagna, quando aveva ancora voglia di correre su e giù per il prato dietro casa inseguendo una palla
- la sensazione che avevi quando sentivi al tatto il cuore saltargli letteralmente fuori dal petto, mentre guardava la mamma rientrare a casa
- l’acutezza dei sensi: era in grado di sentire un oggetto estraneo in casa a 3 camere di distanza, appena metteva zampa nell’appartamento; sono convinto che in alcuni casi sapesse che la mamma stava arrivando, o che il papà stava portando a casa il pane, quando la loro macchina era ancora dall’altra parte della piazza
- quando lo sgridavi, si metteva tutto pentito nella cuccia, ma bastava uno sguardo perchè si sentisse perdonato e tornasse di corsa
- a volte bastava un tuo sguardo per fargli capire che la mamma stava rincasando 🙂
- la zampina che metteva sopra il bracciolo della sua poltrona per farti capire che fino a quel momento aveva scherzato, ma ora pretendeva delle coccole
- come abbia miracolosamente sempre evitato di schiantarsi contro il muro del pianerottolo quando scendeva le scale di corsa
- quando si metteva a correre d’improvviso sul marmo e per il primo paio di secondi scivolava e “sgommava” sul posto
- come si faceva piccolo piccolo (per quanto possibile) se si sentiva incompreso
- la corsa furtiva, quatto quatto, dallo studio al salotto quando riusciva a rubare della carta dal cestino
Ricordi di Uri
30/10/2014 by Siv
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