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Posts Tagged ‘Ubuntu’

If, someday, your Intel-equipped computer should stop having OpenGL working in the X session, it may be due to the (completely useless) installation of NVidia/ATI drivers… so, open a shell and type in as follows:

sudo apt-get purge nvidia*
sudo apt-get purge fglrx*
sudo apt-get install –reinstall xserver-xorg-video-intel libgl1-mesa-glx libgl1-mesa-dri xserver-xorg-core
sudo dpkg-reconfigure xserver-xorg
sudo update-alternatives –remove gl_conf /usr/lib/nvidia-current/ld.so.conf

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A couple of weeks ago, a new major version of the Erlang runtime system and libraries has been released, and after its inclusion in the Experimental branch of Debian, I have ported it to Ubuntu 11.10 and published the packages on my PPA.

The packages are the same of the Debian release, I have not changed anything; I don’t know if I will have time to backport it to the previous Ubuntu releases, especially because I am not using them anymore. As usual, IWFM:  if you experience any problems, you can report them to me, but as I am not an official maintainer, I don’t know if I will be able to solve them 🙂

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Ebbene sì: proprio io, il laudator maximo di KDE e Ubuntu, sto per scrivere un rant. E devo ammettere che la cosa è successa un po’ per caso, essenzialmente perchè per la prima volta sto configurando un PC per uso di tutta la casa, quindi essenzialmente multiutente e con un utente in particolare semplificato il più possibile, così da permettere anche ai miei genitori di fare task estremamente semplici (in particolare, navigazione Web).

Pronto e carico, stamattina decido di installare Kubuntu 11.10: avevo già messo su la 11.04 in precedenza in quel PC, ma c’era Gnome e preferivo avere KDE per avere un ambiente desktop che assomigli a Windows e non a Mac, per favorire appunto il newbie della situazione. L’installazione va smooth, come al solito del resto, ma è al momento della configurazione che appaiono i problemi, che mi fanno dire appunto che un sistema del genere non è certo pronto a reggere il confronto con gli altri già nominati. Per la cronaca: il rant è rivolto sia a Kubuntu che a KDE.

Nell’ordine:

  • creo i 3 utenti del sistema: quello dei 3 che verrà usato dai miei vorrei che fosse creato senza password (ovviamente non è amministratore del sistema), dato che non c’è motivo di inserirne una. System settings non si lamenta, e fin qui tutto bene.
  • Tento di fare login con i nuovi utenti: KDM mi costringe a cambiare la password al primo login di tutti, senza che io glielo avessi chiesto. Torno in System settings, ma da nessuna parte trovo l’opzione per disattivare questo comportamento. Prendo atto, riapro la gestione degli utenti, metto password a caso e torno a provare il login. A questo punto inserisco le password definitive, ma sono costretto a darne una anche all’utente che non doveva averne, dato che KDM non accetta campi vuoti. Tanto per fare un esempio, in Gnome posso configurare utenti con e senza password senza alcun problema.
  • Il tema di login predefinito di KDM (e l’unico installato) non mostra i tre utenti, ma costringe a scrivere sia il nome utente che la password. Non c’è modo di cambiare questa cosa, se non installando (forse) un altro tema. Peraltro, se si scaricano ed installano nuovi temi dalla pratica finestrella di System settings, questi non appaiono nell’elenco (forse dopo un riavvio, ma devo controllare).
  • Rekonq è il browser di default di Kubuntu. Rekonq? Ma ci prendiamo per i fondelli? Per carità, se cerchi Firefox trovi l’installer, ma Rekonq è una cavolata fatta più o meno per caso e probabilmente ancora instabile, vogliamo veramente rifilare questo catorcio ai nuovi utenti?
  • KDE notifica con warning, al termine del login di chiunque, che la cartella $HOME/.kde/share/apps/korganizer/contacts (o qualcosa del genere) non esiste. Bè, e allora? Non esiste perchè nessuno di noi usa un gestore dei contatti, non vedo cosa gli possa interessare al sistema se tale cartella non c’è.
  • Imposto un utente con il desktop a vista delle cartelle (aka come un desktop normale), e inserisco alcune icone. Ora, a parte il fatto che le icone hanno dimensioni diverse l’una rispetto all’altra, resta il fatto che se voglio dare all’utente la possibilità di muoverle, devo lasciare sbloccati gli widget, e questo fa sì che ogni volta che si va sopra un’icona esca la barra laterale per spostarla, e se non voglio che appaia questa cosa (che francamente è inguardabile se esce ogni volta che si muove il mouse sul desktop) devo bloccare gli widget, rendendo impossibile muovere le icone. Ora, la barra in trasparenza va benissimo per configurare i plasmoidi e per muoverli, ma per le icone è veramente inutile per non dire pessima da un punto di vista visivo.

Per quanto mi riguarda, uno qualunque di questi punti mi porterebbe quantomeno ad installare Gnome, se non fosse che Unity è troppo diversa dal Windows XP che usano normalmente i miei genitori, e devo ammettere di aver pensato anche di mettere su direttamente XP, se non fosse che è un OS che ha più di 10 anni.

Vedremo le impressioni al loro primo utilizzo, anche se temo vivamente quel momento.

P.S.: il sistema è, come detto, Kubuntu 11.10, aggiornato fino ad oggi con i soli repository ufficiali (quindi nessun PPA in mezzo).

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Ubuntu 11.10

Ubuntu 11.10

Bè, si potrà dire quel che si vuole, ma di certo non si può non ammettere che Canonical si sta muovendo verso una direzione decisamente interessante… quantomeno nel differenziarsi dalla concorrenza!

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I have just published the packages for the latest version (R14B03) of Erlang: as usual, you can find them in my PPA.

As a reminder, they have been backported directly from Debian Unstable, without changes, so they work for me and may work for you, but I have published them “as are“, and I am not taking any responsibility for bad behavior.

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Dopo aver letto l’ultima weekly di Distrowatch, e dopo aver apprezzato il passaggio al font di Ubuntu per il loro sito, ho deciso di provarlo anch’io, ammetto principalmente attirato dal fatto di usare un font nato per Linux e non per un OS diverso.

Il download dovrebbe avvenire automaticamente per chi non lo ha già installato nel sistema, in caso di problemi dovrebbe fare fallback sul Verdana standard. Se ci sono osservazioni di qualche tipo, fate un fischio!

(qui l’ultima weekly, qui le istruzioni per mettere il font in un sito (Google Translator is your friend))

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Un breve update al post precedente sull’argomento: ho aggiornato i pacchetti del PPA alla versione 14B di Erlang (dalla precedente 14A, un update minore dell’interprete e delle librerie), sempre con un backport da Debian, questa volta experimental; questo ha come principale conseguenza il fatto che i pacchetti potrebbero non essere stabili, per quanto dallo stato degli stessi nel sistema originale sembra che non siano emersi problemi al momento.

Naturalmente, continuerò a seguire il percorso dei pacchetti dall’altra parte, ed i backport da questa parte; vi rimando alle release notes per sapere i cambiamenti rispetto alla versione precedente, da un primo test in locale direi che le applicazioni principali non sembrano dare problemi.

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Erlang

Una breve nota: data la necessità (o meglio, il desiderio) per la demo della mia tesi di provare anche su Ubuntu Erlang R14, ovvero l’ultima release stabile che già uso su Debian testing, e dato che Maverick (e forse anche Narwhal) continua a proporre la versione 13, ho deciso di rendermi autonomo.

Nel mio PPA potete trovare i pacchetti della release R14A (risalente a giugno), in un backport diretto (vale a dire as is) dei pacchetti presenti in Squeeze; ho tentato l’installazione, e la mia demo funziona egregiamente, ma non ho testato null’altro, compresi i vari Wings3D ed altri programmi Erlang presenti nei repository; in sostanza, i miei pacchetti potrebbero non essere utili per voi e/o fare danni ai vostri sistemi, io non mi prendo alcuna responsabilità in merito.

Usateli perciò con attenzione, e soprattutto non provateli direttamente in produzione; se avete qualche osservazione o rilevate qualche problema, fatemi pure un fischio, tenendo presente che a) non sono il manutentore ufficiale e b) potrei non avere idea di come risolvere i vostri problemi 😀

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Tra ieri ed oggi ho aggiornato entrambi i computer ad Ubuntu 10.10 “Maverick Meerkat”, versione RC, ed ho pensato di scrivere una nota per i possessori di schede video ATI, dato che potrebbero incappare in qualche problemino immediatamente successivo all’aggiornamento.

In particolare: il driver closed fglrx viene correttamente aggiornato dall’update, ma immediatamente rimosso durante la fase di “pulizia”; il problema in questo caso è che viene rimosso praticamente a metà, di conseguenza dopo il riavvio non funziona più il video… la procedura che io ho seguito per ripristinare le cose è la seguente:

  1. accedete come root in modalità single (o, se preferite, aspettate che X non parta e loggatevi da console su F1-6), segate le cartelle /usr/lib/fglrx (eventualmente anche nella lib32, se siete su un sistema a 64 bit) e /etc/X11/xorg.conf, quindi riavviate il tutto e verificate che ora X parta (utilizzando il driver ATI open); se vi va bene quel driver, potete chiuderla qui; in caso contrario (ad esempio, throttling inesistente), andate al punto 2;
  2. installate (di nuovo!) fglrx, ed una volta ultimato eseguite da console aticonfig –initial, verificando che l’output di tale comando vi dica che ha modificato xorg.conf. Se così è, riavviate (again) ed avrete il driver proprietario correttamente installato e funzionante. Se non eseguite la configurazione iniziale, al riavvio vi verrà caricato il driver VESA, nulla di grave ma la risoluzione sarà bassina…

Per il resto, nessun problema ulteriore riscontrato. Fate solo attenzione al fatto che potreste ritrovarvi con frammenti di Network Manager installati ma non richiesti, il che potrebbe creare conflitti con Wicd (conflitti che non sembrano indicati così bene nei dettagli dei relativi pacchetti).

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Sono ormai due anni che con il buon Sante seguo lo sviluppo di Polinux, e per la creazione delle ISO abbiamo sempre seguito la customization guide: di fatto, si smonta la ISO dei CD, si installano i programmi in chroot e si rimonta detta ISO.

Ho tuttavia scoperto, non più tardi di due settimane fa, una seconda guida per creare liveCD da zero: usando il buon debootstrap, è infatti possibile creare una sorta di installazione base (minima) di Ubuntu, dalle dimensioni ovviamente molto ridotte, su cui è poi possibile installare qualunque pacchetto (compresi quelli per il riconoscimento hardware automatico, così da rendere il CD risultante live a sbattimento zero).

Ho utilizzato con discreta soddisfazione la tecnica per costruire un liveCD da usare in una demo che ho presentato per la tesi, e sono rimasto davvero colpito dalla semplicità ed efficacia della cosa: un sistema base Ubuntu con installato solamente Erlang, Vim e Git produce un’immagine disco di poco più di 200 MB, perfetti da essere usati in VirtualBox diskless (con l’accortezza, naturalmente, di non spegnere le macchine ma di sospenderle, pena la perdita dei dati); sicuramente un notevole risparmio, tenendo conto che avevo bisogno di 4 piccole macchine per creare una rete distribuita, ed ora anzichè avere 4 hard disk ciascuno da 1 GB circa, ho una sola ISO da 200 MB!

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