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Remember when we played Tomb Raider @ 640×480 with enormous pixels?

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P.S.: yeah, I know, not really news, but for the first time since the ’90s I have a decent graphics card!

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L’immagine qui sopra è tratta dal datasheet che potete trovare sul sito della board; la riporto qui perché trovo sia interessante il fatto che, rispetto a tanta concorrenza (da Arduino Yun a pcDuino), qui l’interfaccia hardware Arduino-compatibile è fornita direttamente dal chip, e non da un microcontrollore a parte.

Da un lato, temo che così si perda la parte real-time che il microcontrollore permette di raggiungere, dall’altro però accedere all’interfaccia hardware (e magari anche all’API software di Arduino) dovrebbe essere possibile senza librerie intermedie (tipo la Bridge per lo Yun). Mi interessa semplicemente per pensare di costruirne un wrapper in altri linguaggi (chessò, Erlang per dire…).

Spero di riuscire ad aprire presto l’immagine Linux che viene fornita con la board, così da capire che librerie ci sono e cosa ci si può linkare (l’architettura è .586).

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Saluti da Roma!

Sto seguendo la MakerFaire edizione europea, organizzata da Riccardo Luna e Massimo Banzi qui al centro congressi dell’EUR. Oggi c’è stata la conferenza d’apertura, decisamente interessante e con un sacco di ospiti che finalmente si sono potuti conoscere di persona (dagli organizzatori, a gente come Dale Dougherty, Bruce Sterling e tanti altri).

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Inutile dire che il clou della giornata è stato il breve panel con il CEO di Intel, che ha annunciato la volontà dell’azienda di entrare nel mondo dei makers, mondo che avevano (colpevolmente) ignorato finora, e per farlo hanno iniziato una partnership con Arduino ed annunciato (e distribuito ai partecipanti 😀 😀 😀 ) il primo Arduino Intel-based (e dicono di averne un altro paio in canna). Il tutto in pieno spirito open hardware, con quindi tutta la parte elettronica aperta (stanno cercando i canali giusti di distribuzione, dato che quelli che hanno sempre avuto finora trattavano partner industriali e quantità molto grosse; la distribuzione della board inizierà a novembre). Sul lato software, appena provo il tutto scriverò in proposito (no, non so manco le specifiche hardware: oggi sono stato impegnato fino a tardi, ed ora ho l’unico accesso alla WiFi dell’albergo in uso per backup delle foto, appena finisce andrò sul sito a vedere (suspense); posso dirvi che c’è un attacco che non conosco, ed oggi si ventilava l’ipotesi pci-express… E l’alimentatore è da 2 A).

Ora, eccitazione a manetta a parte, e detto che non ho ancora provato nulla (ho solo aperto la scatola e scoperto che tra le altre cose hanno installato un altoparlantino che suona il jingle di Intel quando ribalti la scatola -_- ), propongo la seguente riflessione: da un lato l’arrivo delle grandi aziende è indice secondo me di diverse cose, dal fatto che il movimento dei makers è qui per restare al fatto che Intel potrebbe far saltare il banco in un campo che era preda di altri produttori di hardware, al fatto che Intel, da sempre distributrice di ad es. driver open per PC, promette schematiche altrettanto open.

La mia domanda è: l’ingresso di una realtà così grossa cosa significa per le tante realtà più piccole? I mean, durante il panel si diceva che la collaborazione in oggetto è iniziata 2 mesi fa, ed Intel in quattro e quattr’otto ha messo in campo l’expertise del caso e prodotto una scheda funzionante in fase di distribuzione. Per dire che, se ci sono le competenze, la concorrenza non è banale. Più che altro, mi viene in mente il paragone con la figura della Disney nel romanzo “Makers” di Cory Doctorow…

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Piccolo esperimento con il Raspberry Pi (semplice, anche se preludio di qualcosa di più ampio, posto che io trovi il tempo di farlo…): ho collegato uno degli LCD 16×2 che avevo in giro per casa, ed ho eseguito gli esempi mostrati nel tutorial di Ladyada (ed uno sguardo al pinout, naturalmente)… nel complesso direi soddisfacente (è stato necessario più tempo per scaricare un mese di update…).

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My social network

My social network

Ecco uno snapshot dei collegamenti nella mia rete sociale su Facebook… (la dimensione dei nodi rispecchia l'”in-degree”, quindi il numero di connessioni in ingresso per ciascuna persona)

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Flow Zone

Flow Zone

Questo è un grafico che ho recuperato dal libro “Gamification by Design” di O’Reilly (link), che rappresenta la “flow zone”, ovvero la zona tra noia ed ansia dove si vorrebbe cercare di mantenere il “player” del proprio gioco (quale che sia) il più a lungo possibile; ora, l’idea è chiara ed intuitiva (e tutti bene o male la conosciamo, almeno inconsciamente), la cosa che mi ha colpito è che il fatto che la zona sottostante sia etichettata come “noia” è piuttosto ovvio, ed è una ragione per cui ad esempio si smette di giocare ad un certo videogioco dopo un po’ di tempo, mentre il fatto che la zona sovrastante sia “ansia” è una cosa a cui non avevo mai pensato, ma è decisamente vera: sempre rimanendo in ambito di videogiochi (quindi puramente ludico), trovo che ad esempio

  • giochi di simulazione in genere mi portano rapidamente dalla flow zone alla boredom area, e quindi smetto di giocare abbastanza presto
  • alcuni sparatutto sono troppo ansiogeni, e questo grafico conferma le mie sensazioni, quindi non riesco a giocarci per più di un paio d’ore di seguito (mi viene in mente “Crysis” in questa definizione)
  • alcuni (pochi) giochi ti mantengono esattamente in quella zona, e quando alzi lo sguardo ti accorgi che sono già le 2 di notte ed avevi iniziato alle 9 di sera; mi vengono in mente i giochi di ruolo o alcuni sparatutto che bilanciano meglio la parte di ansia (“Deus Ex”, anyone?)

Interessante.

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Un breve follow-up della mia precedente recensione del Nexus 7, non tanto perchè io abbia (finalmente?) trovato un caso d’uso (aka un motivo serio) per usare il tablet, quanto piuttosto perchè oggi ho potuto testarlo “su strada” (termine non del tutto fuori luogo). Ho infatti effettuato un Milano – Venezia – Milano in giornata, ed ho portato con me solamente il Nexus come dispositivo (oltre al telefono, naturalmente), e posso perciò spendere due parole su come sia usarlo per intrattenimento e lavoro.

Il Nexus è stato acceso stamattina alle 7.30 circa, con la batteria al 60%, ed al mio arrivo a casa, 13 ore dopo (20.30), la batteria era scesa al 20%; nelle 13 ore è sempre stato acceso nelle seguenti condizioni:

  • 8.5 ore con la WiFi disattivata (perchè non in uso) e lo schermo in pausa (custodia chiusa)
  • 4 ore con la WiFi disattivata, ma utilizzato per guardare un video in 720p (1 ora circa) e per leggere un libro con l’app Kindle (un paio d’ore circa), la restante ora ho scritto alcune cose
  • 0.5 ore con la WiFi attivata, tethering dallo smartphone: di fatto, gestite le email e poco più per qualche minuto durante il viaggio d’andata e qualche minuto durante quello di ritorno

La parte di navigazione e di visualizzazione del video direi che è stata più che soddisfacente, così come avevo potuto sperimentare anche qui a casa; la lettura di un libro non è stata male, nonostante si tratti di uno schermo simile a quello di un computer.

La scrittura è il punto debole della catena: essendo in treno, non ho potuto sfruttare la registrazione vocale (che invece uso qui a casa alcune volte per rispondere alle email), e la tastiera resta abbastanza scomoda: l’uso con i due pollici è più comodo rispetto ad usare una mano (un dito di una mano) mentre si regge il dispositivo con l’altra, unico difetto la necessità di trovare una posizione buona per la mano sinistra, che regge dal lato in cui si chiude la cover, ed in alcune posizioni il magnete interviene anche a dispositivo aperto e fa scattare lo spegnimento dello schermo.

Il giudizio finale della scampagnata direi che è un 7.5: ottimo per gli aspetti ben noti, ma bisogna trovare un equilibro migliore in fase di scrittura: per quanto infatti non lo si usi comunque per scrivere poemi, risulta comodo per prendere qualche breve appunto, e non sarebbe male migliorare questa fase.

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Oggi è arrivato il nuovo Nexus 7, e dato che ci sono forti pressioni affinchè io scriva questa recensione, ecco cosa ne penso dopo poche ore di uso… questa recensione non può essere esaustiva, dato che ho provato solo poche cose ed altre mi aspettano nei prossimi giorni, ma le prime impressioni hanno di certo il loro peso.

Premetto inoltre che questo acquisto non è stato fatto con in mente un caso d’uso specifico, ma semplicemente con la voglia di provare un tablet che fosse venduto ad un prezzo “umano”, ed il fatto che sia 7″ non è male come idea.

Impressioni esterne (i.e., hardware)

Il modello che ho preso, e che peraltro è l’unico che vendono in Italia, è il 16 GB, che se da un lato costa 50 € di più dell’8 GB, dall’altro non dispiace dato che il dispositivo non ha uno slot SD (se vogliamo, unica pecca dell’insieme); esteriormente direi che il tablet è discretamente elegante, ed in portrait si tiene tranquillamente con una mano, con due se volete scrivere qualcosa; non posso fare confronti di peso o sottigliezza con altri tablet, dato che non ne ho mai usati, posso però dire che una custodia è sicuramente necessaria, non tanto e non solo per portarlo in giro, ma anche per avere il modo di tenerlo in verticale: nel momento in cui, infatti, volete metterlo in landscape per vedere un video, dopo qualche minuto la mano si stanca di tenerlo sollevato, e deve quindi essere appoggiato in qualche modo. Amazon vende già diversi modelli di custodia, la scelta non manca di certo.

Un’altra nota riguarda l’altoparlante: è disposto sul retro in basso (portrait), il che vuol dire che se guardate un video in landscape conviene avere delle cuffie, altrimenti l’audio è sbilanciato verso sinistra (o destra) rispetto allo schermo.

La webcam frontale non mi è parsa un gran chè: ho scaricato un’app per avviarla e poterla testare, e la qualità dei video non mi sembra eccezionale (non ho provato a fare foto, dato che essendo frontale non mi sembra una grande idea); d’altro canto, la vera prova del nove è Skype e non ho avuto occasione di provarlo ancora.

Ora, lo schermo: se penso che quest’affare viaggia a 1280×800 in 7″, che è la stessa risoluzione del mio vecchio Asus 15″… anyway, la qualità dell’immagine è spettacolare, direi paragonabile allo schermo di un Mac (e sicuramente superiore al mio HTC, non saprei rispetto ad un iPad), ed i due screenshot riportati sopra dovrebbero dimostrare questa cosa; ho fatto un test all’aperto (su richiesta), e direi che in controluce riflette discretamente il sole o il riverbero del cielo, mentre se rivolto verso una parete in ombra, si riesce a leggere tranquillamente. Direi che da questo punto di vista il mio HTC si comporta meglio (in entrambi i casi con la luminosità dello schermo al massimo), ma d’altronde quest’ultimo non ha uno schermo lucido…

La batteria in questo momento è all’80% dopo 6 ore e mezza di accensione, in cui l’uso reale del dispositivo (ovvero a schermo attivo, gestione della luminosità automatica) penso sia stato qualcosa come 1 ora e mezza – 2 ore massimo, per il resto è rimasto a schermo bloccato ma comunque connesso alla wifi e continuamente sincronizzato con il mondo(TM). Oh, and by the way: il caricabatterie USB fornito spara 2A @ 5V (so che a qualcuno interesserà saperlo…).

Impressioni interne (i.e., software)

Android 4.1.1 (l’ultimo “.1” arrivato al volo dopo 5 minuti dall’avvio) sembra davvero ben curato e sicuramente usabile: nessuno scatto nè sfogliando le app nè i menu nè il Web o altro, gli unici rallentamenti li ho notati con l’app Adobe nello scorrere il pdf riportato in uno dei due screenshot, ma non ho provato l’app integrata per i pdf (magari è ottimizzata meglio).

Non ho ancora esplorato a fondo tutti i menu, ed ho provato quasi esclusivamente le app dei social network (compreso Youtube); i video HD su YT si vedono decisamente bene, non ho provato streaming locale (anche perchè devo ancora configurare decentemente UPnP in casa) e non ho provato musica, che tuttavia non è un mio caso d’uso (per quella ho l’iPod, e comunque fino a che non aprono Google Play/Music/whatever in Italia (sì lo so si può fare comunque con Tor, che sbatti)…).

Una cosa che non avevo mai provato prima è stata la dettatura delle parole, in particolare scrivendo le email (in italiano): funziona direi abbastanza bene, bisogna parlare un po’ con calma (rispetto a me stesso, intendo), ma funziona; non so se/come si possano inserire i segni di interpunzione, ma al momento va bene così. Peraltro, nelle opzioni si può segnare di mettere la cosa in locale (altrimenti credo funzioni solo se connessa).

Ho anche provato a sfogliare un libro con l’app Kindle (c’è anche quella di Google, ma i libri li compro su Amazon, avendo anche un Kindle vero e proprio), e mi sembra si veda piuttosto bene: non che io abbia intenzione di fare grandi letture, ma direi che non è male.

Ora devo trovare qualcosa di buono per scrivere note online e sincronizzarle in giro, se avete consigli fatevi pure avanti; l’ideale sarebbe avere l’integrazione con il programma che già uso (Tomboy), ma la vedo dura…

Concludendo

Direi che il prodotto non è male, e per ora sono discretamente soddisfatto; non faccio ancora i salti di gioia (se li stavate aspettando), mi serve qualche giorno in più di uso ed una custodia adatta prima di poter dare il giudizio ultimo definitivo insindacabile. Siamo comunque sulla buona strada…

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Edit: too much rush, looks like the code may need a slight addition, I will update it later…

So, after Martin Odersky’s lesson and its example of phone mnemonics (inspired by this article), I spent a little time and wrote an implementation in Erlang.

It may not be the best one, but it seems to work; you can find it here, for using it you need to fill in the WORDS constant with the strings which you can translate from numbers and call the translate method passing a number as string (i.e., mnemonics:translate(“5828”)).

The code follows the solution provided by Martin in his slides, maybe the code could be even more compact by using a different workflow, but I’m not sure.

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