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Posts Tagged ‘Studio Siv’

Un brevissimo update di mandoliniana memoria: ho ripreso il brano che ho pubblicato nello scorso post, ed ho sostituito la chitarra ritmica computerizzata con una versione suonata da me, che ho recuperato da una precedente registrazione del medesimo brano; ora l’ideale sarebbe registrare anche la parte di arpeggio, per il momento tuttavia rimane quella suonata dal PC (continuo a non avere una chitarra sottomano!).

Ecco la versione aggiornata: April part I – acoustic.

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Avevo promesso di pubblicare qualche esperimento con il mandolino, non appena avessi ottenuto qualche primo risultato, perciò eccomi qui con una registrazione fresca fresca di giornata…

Allora, alcune premesse sono necessarie: innanzitutto, non essendo lo strumento amplificabile, la registrazione è stata fatta con un microfono, questo per dire che potrebbero esserci rumori di sottofondo (io non ne ho sentiti, ma tutto è possibile); inoltre, le tracce di accompagnamento del brano sono suonate dal computer (si tratta di due chitarre ed un basso), dato che non ho qui alcun altro strumento e di conseguenza non posso prepararle io stesso… magari più avanti!

Il brano è April dei Deep Purple (dall’album Deep Purple), in particolare la prima parte della canzone (conosciuta come April part I, su alcune riedizioni come questa, versione del 1978), in un mio personale remix acustico: di fatto, superstiti sono un basso acustico, due chitarre acustiche di accompagnamento ed un mandolino che suona il tema (nell’originale, il tema è fatto da una chitarra acustica ed una chitarra elettrica). Ora, so che di suo non si tratta di un brano per lo strumento che si va qui a testare, ma tant’è… verrà il momento in cui pubblicherò brani più adatti!

Infine, due parole sugli strumenti informatici: al solito, le tracce computerizzate sono state prodotte con timidity ed il mix è stato fatto con Ardour; la traccia di mandolino passa attraverso Rakarrack, che aggiunge giusto un po’ di riverbero e sustain.

April part I – acoustic

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Epiphone MM-30

Epiphone MM-30

Studio Siv si arricchisce di un nuovo strumento: un mandolino! L’Epiphone MM-30 è la new entry, acquistato due settimane fa come strumento relax, visto che ho lasciato le chitarre a casa ed avevo bisogno, tra un esame e l’altro, di avere delle corde sotto le dita.

Il giudizio al momento è buono, ho qualche canzone sottomano, al momento nulla di definitivo; appena riesco a registrare qualcosa (via microfoni, non è infatti amplificabile) lo pubblico!

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Una breve peregrinazione di ieri sera, alla ricerca di un buon effetto da usare per l’intro di “Boulevard of broken dreams” dei Green Day, mi ha portato a scoprire un nuovo effetto di Rakarrack (dopo aver inutilmente giocato con echo e delay): l’optical tremolo, un emulatore dell’effetto tremolo, che regala esattamente il tipo di suono ricercato (aggiungendo anche un wah automatico, anche se purtroppo non si sente molto nel risultato finale).

Optical tremolo

Optical tremolo

Ecco dunque le impostazioni di partenza, ed ecco una registrazione del risultato finale (n.b.: la registrazione è stata fatta al volo, senza particolare editing, dunque la qualità può non essere eccelsa; l’ho registrata giusto per dare un’idea di quale può essere il risultato finale): intro blvd.

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Avete presente “Maggot brain” dei Funkadelic? Ebbene, tra ieri e oggi ho deciso di tentare un paio di esperimenti col buon Behringer UCG 102 e la fedele Fender, più che altro testando alcuni programmi che ho intenzione di mostrare tra un paio di settimane a lezione (ai corsi Linux), ed i risultati sono stati sicuramente positivi (per quanto io non sia chissà che cosa come chitarrista… ma da un punto di vista informatico, ci siamo sicuramente).

Plenty of screenshots a dimostrarlo, naturalmente:

Jack runnin'

La prima schermata mostra il demone Jack (sotto l’attenta supervisione di QJackCtl), con tutti gli ingressi e le uscite dei programmi che stavo usando (e che ora vi descrivo brevemente)… da notare il numero estremamente basso di XRun, essenzialmente dovuti all’avvio delle applicazioni “jack-savvy” a demone già avviato, e questo nonostante il tutto stesse girando sul fedele eeeBox (con load average a 3.5, nei momenti di massimo splendore…).

Rakarrack & SooperLooper

Qui invece stanno girando Rakarrack, compilato da Git, e SooperLooper: il primo è la “pedaliera virtuale” per eccellenza, da notare il numero di effetti attivi (e non si vede il wah esterno che avevo collegato alla chitarra), mentre il secondo permette di avere da 1 a n loop attivi e funzionanti come base; in questo caso, il primo è dedicato ad un giro di chitarra (peraltro, lo stesso di Maggot brain), mentre il secondo ad una ritmica, preparata con Hydrogen (un banale 6/4).

Ardour

Infine, ecco Ardour che gira e registra le tre tracce (ridotto a icona potete notare anche Hydrogen, usato all’inizio per creare il loop).

My maggot

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Oud turco

Studio Siv apre all’etnico, in particolare al mondo arabo, ed ecco perciò la new entry: un (autentico) Oud turco!

Non ci ho ancora messo le mani sopra, dato che sono qui a Milano mentre l’oggetto è a casa, ma devo ammettere che non vedo l’ora di sperimentarlo! Maggiori dettagli perciò seguiranno più avanti…

Naturalmente, non posso che ringraziare mia madre per aver effettuato l’acquisto in quel di Ankara, e mia sorella per aver scattato la foto (fresca fresca di giornata) 🙂

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Dopo questo vecchio post, dove mostravo una foto mentre suonavo la chitarra classica, ecco un’altra splendida posa di due sere fa:

Bass player

Ovviamente, un grazie a Sante sia per aver fatto la foto, ma soprattutto per aver messo il basso, l’amplificatore nonchè il computer su cui girava TuxGuitar!

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Con l’acquisto che ho fatto questo Natale, ed imitando un po’ la colonna di Dave Phillips su LinuxJournal, posso ora dire che Studio Siv apre i battenti!

Studio Siv altri non è che il mio set di apparecchiature per fare musica: computer e accessori, strumenti musicali ed accessori per registrare, riprodurre, remixare, etc etc etc. E’ da un po’ che raccolgo il necessario, e già un assaggio c’era stato la primavera scorsa (vero Nick?); ma solo ora che posso registrare la chitarra direttamente con il computer, sotto il diretto controllo di Jack, posso dire di poter iniziare a fare sul serio.

Studio Siv

La qualità non è eccelsa, ma il mio cellulare non è certo la fine del mondo; sulla sinistra, ecco il Behringer UCG102, un pratico ed efficare preamplificatore (totalmente compatibile con Linux, ofc) chitarra-USB, che viene visto e riconosciuto dal sistema come una scheda audio normale (ha anche un’uscita cuffie); l’ingresso, tuttavia, non accetta un microfono bensì il classico jack mono da 6.3″ comunemente usato dalle chitarre elettriche/elettrificate/amplificate/whatever (e peraltro anche l’uscita audio ha il medesimo jack, procuratevi un adattatore da 3.5″ stereo.

Il buon jackd viene efficacemente configurato per leggere da questa scheda e scrivere in quella audio standard del vostro PC (se volete usare la solita uscita audio del computer), e da lì a lanciare un buon set di effetti audio (Rakarrack) e/o un DAW (Ardour), il passo è breve…

Jam software

Il primo esperimento, lì inquadrato, è una cover degli Audioslave, “I am the highway”: non male, ma qualcosa di più impegnativo si prospetta all’orizzonte! In attesa di scrivere qualcosa di mio…

Ah, dimenticavo: buon 2010 a tutti! (primo post dell’anno 😀 )

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Signore e signori, e musica fu!

Con il fondamentale apporto di Sante, oggi ho finalmente sperimentato a fondo le potenzialità multimediali di Linux; la scheda audio esterna USB della Terratec, gentilmente sponsorizzata dall’uomo di cui sopra, ha un ingresso mono funzionante sotto il nostro sistema operativo preferito, così ho potuto registrare in lungo ed in largo nel pomeriggio.

Ardour 2

Ardour 2

Qui sopra potete vedere Ardour 2 con tutte le tracce di “I am the highway” degli Audioslave, versione almost unplugged (ho solo l’acustica qui a Milano); naturalmente, basso e batteria non sono miei ma vengono dal MIDI della base.

In primo piano ci sono le opzioni del plugin LADSPA per applicare il delay all’assolo del brano: anche se non è semplice come in Audacity applicare gli effetti, se la cava comunque bene (sono riuscito a fare anche l’effetto reverse, volume swallow o chiamatelo come vi pare, dell’intro).

Unico difetto, volendo, dell’esperimento è stata la necessità di eseguire sia qjackctl che ardour da root, e se il kernel real time mi funzionasse decentemente (that is, non mi mandasse il pc in freeze al boot), magari la latenza sarebbe stata inferiore ai (credo) ~6 ms misurati.

Audacity

Audacity

Audacity, alla fine, mostra il file wave finale dell’opera d’arte…

La versione conclusa non è male, anche se penso che sarebbe meglio mettere un amplificatore tra la chitarra e l’ingresso (o comunque una scheda dedicata per poterci agganciare direttamente lo strumento), per diminuire alcuni fruscii di fondo. Comunque direi esperimento perfettamente riuscito e assolutamente replicabile!

Edit: oggi ho provato Rakarrack: spettacolo! Ecco un primo esperimento: Delayed improvisation

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Corredo del buon chitarrista

Corredo del buon chitarrista

Ecco il corredo del buon chitarrista: non è spettacolare il capotasto mobile (che io continuo a chiamare barré, come si chiama la medesima azione fatta con l’indice della mano sinistra… deformazione professionale) della Dunlop?

Ma non siamo qui per parlare di questo, quanto dell’oggettino sulla sinistra: il famigerato slide. Dopo mesi che l’avevo acquistato e subito accantonato, anche perchè sulla chitarra acustica che ho qui a Milano fa un suono non proprio entusiasmante (che fosse meglio quello in vetro?), lo scorso weekend ho deciso di riprenderlo in mano, ed ho suonato per 4 giorni di fila quasi esclusivamente “Seven nation army” e “Catch the rainbow”, usando lo slide appunto.

Il risultato non è stato malaccio, e la leggera mancanza di precisione, che fa rassomigliarne l’uso al suonare un violino, con la necessità continua di correggere la posizione (vibrato essenzialmente), non è così terribile, specie nelle note ravvicinate: è presente infatti non solo in Jack White, che anzi fa della sua non sempre precisa posizione un tono caratteristico, ma anche nel buon Ritchie nella versione studio della seconda canzone (nei live che trovate su Youtube non usa lo slide).

Ora sto per aggiungere il terzo brano, che naturalmente non può che essere “Scar tissue”, ma devo riprenderlo un momento perchè non lo suono da una vita; l’unica differenza in questa terza canzone è che, a differenza delle altre due, qui sarebbe necessario anche l’uso del mignolo della mano sinistra, dito in cui porto lo slide stesso, data la presenza di un Fa maggiore: toccherà suonarlo solo su 4 corde, così da ovviare al problema.

Sorvolando su White, che va di powerchord quindi bastano tre dita (se non due), Ritchie era stato molto più furbo: solo open chords, così da evitarsi il problema…

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