In questi ultimi anni si sta parlando molto, nel mondo musicale, di approcci analogici, digitali o ibridi in tutte le sue fasi, dagli strumenti con cui suonare (modelers vs tube amps per dirne una) al modo con cui registrare, al mixing e mastering, ai supporti su cui poi ascoltare il risultato finale.
Personalmente, non ho un’opinione forte sull’argomento, specialmente perchè dipende molto dall’ambito che sto affrontando: nel caso del mondo degli amplificatori per chitarra elettrica, ad esempio, non ho mai posseduto un amplificatore valvolare e ne ho suonato uno solo una volta nella vita, in un contesto (Rockin’ 1000 a Parigi) in cui mi è stato impossibile giudicarne il suono. La quasi totalità delle registrazioni che faccio sono fatte usando plugin della Neural DSP, con cui ottengo toni stupendi e toni schifosi, esattamente come mi succederebbe con amplificatori reali. Altre caratteristiche come il fatto di avere l’interazione amplificatore-chitarra se fossero nella stessa stanza è sostanzialmente ingiudicabile, dato che vivendo in un appartamento sarebbe impensabile pensare di suonare a volume anche relativamente basso.
Nel caso delle registrazioni o del mixing, invece mi ritrovo ad aver accumulato un piccolo set di strumenti che mi permettono di fare esperimenti in merito, e pur non essendo necessariamente convinto di ottenere suoni migliori in un senso o nell’altro (non ho minimamente la pazienza di mettermi a fare A/B testing), ogni tanto mi diletto a fare cose completamente analogiche o completamente digitali.
Didn’t he ramble
Personalmente, ho quattro album (sostanzialmente) acustici che ritengo essere i miei preferiti in assoluto:
- Into the wild di Eddie Vedder
- La buona novella di Fabrizio De André
- Didn’t he ramble di Glen Hansard
- Desperado degli Eagles
Non è detto che mi piacciano tutte le canzoni di ciascuno di questi album, ma globalmente li ritengo migliori di qualunque altro, e da anni coltivo l’idea di registrarli; i primi due li ho già fatti recentemente, ed ora ho deciso di dedicarmi al terzo.
Il piano di registrazione è voce e chitarra, con alcuni brani fatti con chitarra elettrica ed altri con chitarra acustica, in modo arbitrario in base ad una mia sensazione basata sulla struttura dell’originale. Non ci sono overdub, e solamente una delle canzoni ha un loop di batteria pre-registrato. Quale miglior occasione per provare un approccio il più analogico possibile?
La registrazione
Le immagini in fondo al post mostrano la strumentazione presente in fase di registrazione:
- 2 microfoni per la chitarra, uno al manico ed uno dietro al ponte, entrambi in ingresso nei preamp analogici dell’SSL
- 1 microfono per la voce, in ingresso nel preamp valvolare posto sopra al rack
- 2 microfoni “room”, di fatto posti leggermente più lontani dalla mia posizione ed in posizione XY (non si vedono in foto, sfortunatamente), che entrano nel preamp valvolare MPA
- pedaliera con preamp valvolare ed amp allo stato solido
- looper con la base di batteria per uno dei brani
Tutti i segnali vengono poi registrati dalla Scarlett a 96 KHz su Ableton.
In questo caso, quindi, tutti i segnali sono completamente analogici, passando per preamplificatori valvolari o allo stato solido, fino alla conversione AD della scheda audio.
Il mixing
La fase di mixing, di cui le ultime due foto della galleria, segue un approccio simile: sulla DAW non c’è alcun plugin attivo, solo un trimming di alcune parti delle tracce audio, ed il tutto viene poi portato di nuovo dentro l’SSL per la fase di mixing, il cui master viene poi riconvertito in digitale sempre a 96 KHz su una traccia separata, questa volta su Studio One.
C’è in realtà una fase digitale: l’unità per il riverbero infatti è il Lexicon che si vede nella foto, usato come unità esterna per l’SSL e riportato dentro master.
Mastering
C’è stata una fase di mastering a seguire, in cui si è usato il template di Studio One ed un leggero uso di EQ e compressione prima dell’uscita: non particolarmente indispensabile, ma ero interessato a vedere l’effetto finale. Questa fase quindi è stata completamente digitale e svolta a 48 KHz (volevo restare a 96 ma al momento della creazione del progetto ero già sceso a quella frequenza e non ho ricreato nuovamente tutti i mixdown).
Il risultato finale è stato poi salvato in WAV, FLAC ed MP3, oltre ad essere incluso in AAC nei video caricati poi su YouTube.












