E’ di ieri la notizia, esposta per prima dalla Distowatch Weekly e ripresa oggi anche su Pollycoke, che Mandriva (l’azienda, naturalmente) è in vendita.
E’ una notizia, di cui peraltro ho già accennato su FB, che mi rattrista molto: in primo luogo perchè il mio passaggio a Linux è dovuto proprio a Mandriva stessa (o meglio, a Mandrake quando ancora si chiamava così), che con il suo installer e sistema di partizionamento facilitato mi permise, in quell’estate del 2003, di restringere abilmente la partizione del computer di famiglia, senza perdere un solo bit di dati, e di entrare finalmente nel magico mondo dei sistemi operativi seri (TM). Ammetto di non aver usato molto quella distro (il passaggio a Slackware è stato piuttosto rapido… e non dico altro…), e di non essere mai andato oltre a qualche prova sporadica in seguito (ammettiamolo: il sistema degli rpm è inguardabile rispetto ai deb), ma lei è sempre rimasta nel mio cuore.
La seconda motivazione del dispiacere è data dal fatto che Mandriva è stata ed è tuttora la principale sostenitrice del progetto Nepomuk su KDE, contribuendo attivamente (that is: pagando) alcuni degli sviluppatori che ci lavorano. Ora, direi che ormai è risaputo come io ritenga il desktop semantico (e la semantica in generale) il futuro dei computer, abbandonando finalmente il paradigma del filesystem, decisamente obsoleto, e certamente avere un’azienda che sponsorizza tale iniziativa sarebbe un’ottima cosa.
Insomma, non ci resta che aspettare e vedere cosa succederà a questa azienda ed ai suoi prodotti, sperando naturalmente nel meglio possibile.
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