Edit: ho aggiunto i due file audio degli esempi: non sono le canzoni complete, ma solamente qualche secondo, indicativo di quanto intendo dire.
A volte capita che mi si chieda: ma come mai non hai mai provato a scrivere un pezzo? Ed in genere io rispondo evasivamente: non ho tempo.
Questa è, in realtà, solo una mezza verità: salvo un paio di esperimenti parecchi anni fa, di cui si sono perse le tracce tra una formattazione e l’altra, in effetti non mi sono mai messo d’impegno a cercare di comporre qualcosa, e non parlo di musica classica ma di rock (naturalmente).
Il fatto è che sicuramente bisogna avere tempo e suonare spesso, ma soprattutto è necessario, secondo me, trovare quel quid che permetta ad un brano di piacere (piacermi). Ovviamente, non ho la pretesa certo di trovare i nuovi quattro accordi alla Smoke on the water, tuttavia spesso basta molto meno per far sì che un pezzo sia piacevole.
A volte, e parlo naturalmente per gusti personali, è la voglia che ti viene di suonare quando ascolti una certa musica: a me piace molto, ad esempio, Bryan Adams, anche se lo ritengo inferiore, come musicista, a mostri sacri come i Led Zeppelin o i Deep Purple, perchè quando ascolto una sua canzone mi viene una voglia terribile di cantarci sopra, o impugnare la Fender e suonare i suoi accordi.
Altre volte, è una sensazione di insieme: io adoro ad esempio un brano in cui vi sia un arpeggio lento distorto come base, e sopra una seconda chitarra che esegue un tema, o la presenza delle strings (e lo dico all’inglese perchè rende di più l’idea) ad accompagnare un assolo, lento o veloce che sia.
Ma ciò che imprime una canzone nella mente è un passaggio musicale particolarmente azzeccato, magari non trascendentale ma allo stesso tempo emozionante, e faccio due esempi su tutti: The legacy, dall’ultimo album degli Iron Maiden, ha un passaggio da brividi, immediatamente prima dell’ingresso delle chitarre elettriche: sono tre accordi estremamente semplici, ma con dissonanze e sospensioni che lasciano una certa sensazione, specie quando vengono eseguite improvvisamente da una chitarra elettrica distorta, mentre al di sotto continua l’arpeggio delle acustiche.
Il secondo esempio viene da Do I have to say the words? di Bryan Adams: qui siamo nel chorus (di nuovo: terminologia inglese, ma faccio notare come se nella musica classica le indicazioni musicali sono in italiano in tutto il mondo, nella musica !classica non abbiamo che da imparare dagli inglesi/americani), e tra un verso e l’altro si collocano di nuovo quattro semplici note, che però hanno una resa eccezionale inserite in quel contesto.
Do I have to say the words? (excerpt)
Ma gli esempi potrebbero continuare basta un passaggio ben riuscito perchè una canzone resti impressa, ed è quel passaggio che a me piacerebbe trovare un giorno, così da scriverci un brano attorno e vedere cosa potrebbe uscirne.
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