Potrei parlare della proposta Carlucci per Internet, naturalmente irrealizzabile da un punto di vista tecnico (ma qualcuno non può dirglielo? Che minchia di consulenti assumono?), potrei parlare della controproposta del PD, finalmente qualcosa di decente; potrei raccontare qualche pensiero dal raduno spirituale cui ho assistito (solo un’oretta, non di più…), ma questa volta andiamo su un argomento semiserio.
Il titolo è pretenzioso, ma il problema mi è venuto alla mente pensando a quando una qualche persona che conosco, che ha un problema con il suo computer, tenta di raccontarmi a distanza cosa non va, e mi rendo conto sempre più spesso che manca un vocabolario comune.
Ora, mi rendo conto che non possiamo certo pretendere che mi si venga a parlare di MOS piuttosto che di SDRAM o di superblocchi sul filesystem, ma quantomeno essere in grado di descrivere la situazione, le opzioni che ti trovi davanti, un’idea per quanto vaga di ciò che può essere successo, bè non credo sia troppo.
Ed il problema, spesso tema di discussione su Slacky.eu (anche se lì con temi spesso estremistici, data la quantità di utilizzatori di Slackware che si ritengono dèi in terra), è che la stragrande maggioranza degli utenti dei computer non sanno assolutamente nulla di quell’oggetto, nè un minimo di funzionamento lato hardware nè lato software: lo si usa come va va, e quando hai un problema cadi, anzi, piombi dalle nuvole.
Il motivo per cui non considero una cavolata l’ECDL, ad esempio, è proprio perchè ha una sua importanza ed un suo perchè: ti spiega come vanno le cose, a grandi linee magari ma te lo dice; potrà essere una base, potrà insegnarti software proprietario, ebbene non importa, ciò che conta è che tu assuma un certo linguaggio e sia in grado di parlare con la gente di ciò che fai, dei tuoi problemi, delle tue soluzioni.
Non è concepibile usare un computer come si usa una sega elettrica: per quest’ultima non hai bisogno di sapere come funziona un motore elettrico, l’accendi e tagli; un PC non lo si può accendere e basta, deve esserci un’idea di ciò che si sta accendendo!
Allo stesso motivo, sempre più nei corsi di laurea si insegna una qualche base del computer, sia essa “Informatica 1” per gli ingegneri o utilizzo base di una suite office per gli economisti; come è necessario, oggi arrivare in università con la conoscenza di una lingua straniera (o acquisirla sul posto), così dovrebbe esserci l’obbligatorietà di conoscere cos’è e come funziona (hw e sw, naturalmente) un computer.
Così che io e te siamo in grado di parlarci usando lo stesso linguaggio. Non sarebbe come l’inglese?
Non sono in totale disaccordo con te Ale, però quando ho avuto questi tuoi stessi pensieri mi sono persuaso che forse siamo un po’ troppo pretenziosi nel considerare l’informatica come qualcosa di cui tutti debbano sapere un po’.
Un po’ come quei professori che “dipendesse da me questa materia dovrebbero insegnarla obbligatoria a tutti”.
Però è vero che l’informatica ha un peso non da poco. Cosa c’è di più pervasivo al giorno d’oggi? Forse solo la medicina ha in comune con noi la diffusione e il vocabolario impossibile per i non addetti, che dici? 🙂
Infatti, è per quello che ti dico che spesso, su Slacky, la cosa degenerava.
Io però sono convinto che possa esserci un punto d’incontro, perchè è vero che non tutti devono avere una laurea in informatica o sapere tutto di fisica quantistica se sei, chessò, un geometra, ma una base di informatica diventa sempre più una cosa molto vicina ad una necessità…