Vi riporto un mio intervento in un thread di Slacky.eu, in cui la discussione era partita da altro ma è arrivata con il sottoscritto che difende il desktop semantico (l’originale lo trovate qui):
[…] Sì, sono ingegnere informatico, e ammetto di scaldarmi un po’ perchè personalmente trovo l’idea del [desktop/web] semantico come molto promettente ed eccitante; continuo tuttavia a trovare ingiusto paragonare motori di ricerca come google ds o tracker o beagle o quant’altro a nepomuk ed affermare che sono la stessa cosa, perchè se magari qualcuno può obiettare che siano così magari le implementazioni odierne, partono da presupposti diversi ed evolveranno in modo diverso: i primi sono motori di ricerca “stupidi”, ovvero che indicizzano tutto il testo di tutti i tuoi documenti e, a fronte di una ricerca da parte tua, ti restituiscono i risultati contenenti la frase esatta che tu hai inserito come criterio di ricerca, piuttosto che quelli contenenti il maggior numero di parole chiavi etc.
La semanticità di Nepomuk invece parte dal presupposto che ciò che conta siano le relazioni tra le cose, tra i documenti: è chiaro che parte dai metadati e dalle parole, mica può inventarsi un’idea, tuttavia ha la pretesa (che magari scopriremo essere sbagliata o irraggiungible, alla fine) di poter fare una ricerca “intelligente” (dove il solo definire “intelligente” meriterebbe un libro, perciò nel caso vi rimando ai libri di AI o in mancanza di quelli alle pagine di Wikipedia sull’argomento), di poterti dire un documento da dove veniva, chi te lo aveva mandato, a quali immagini (che hai salvato da qualche altra parte) fa riferimento, quali altri documenti hai che trattano le stesse cose, dove per “stesse cose” non intendo le stesse parole, ma le stesse parole usate con lo stesso significato.
Sotto la parola “semantico”, che tu dici essere un termine difficile/poco usato (dal pubblico) e quindi che attira molto, ci sono anni di studio in branche dell’intelligenza artificiale e della matematica, logiche apposite sono state teorizzate e sviluppate per implementarne le idee. Ed io, da informatico, non posso che credere che questa idea sia veramente una cosa nuova, e che se applicata come si deve possa veramente portare a qualcosa di diverso. Magari in KDE 4.2 non sarà all’altezza delle aspettative, ma bisogna pur partire!
(Il lato web semantico è offtopic, ma nel caso puoi andarti a vedere l’esempio introduttivo dell’articolo originale di Tim Berners-Lee del 2001, dovresti trovarlo sul sito del W3C…)
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