Mi è appena capitato, in una fase di zapping rapido, di guardare un paio di minuti di “Amici”, dove c’era un responsabile della casa discografica che sta pubblicando il CD fatto da ‘sti pagliacci (massimo disprezzo, naturalmente, sia di Amici come di X-Factor che parte domani); allora, il personaggio in questione ciancia un po’ di cavolate varie sull’opera magnifica prodotta dal branco, poi cerca di invogliare il pubblico a comprare musica originale, tra l’altro ‘sto CD dovrebbe avere un prezzo potabile.
E fin qui tutto bene: io stesso ho solo musica originale, di cui ho il disco o che ho comprato online su iTunes, e ci tengo ad avere un repository pulito pulito e del tutto legale.
Il peggio è che successivamente, “a concludere”, il tipo dice “… mi ricordo che quando ho iniziato a lavorare in questo campo, 15 anni fa, potevamo permetterci di seguire/pubblicare (non ricordo le parole esatte) 10 emergenti come voi; oggi, a causa della pirateria, possiamo seguirne magari solo due o tre…”: EH? Ma stiamo scherzando?
Sono d’accordo che ne possono seguire un quarto: la pirateria infatti porta via soldi (anche se su questo gli studi di settore non concordano) a loro, a questi st***zi delle case discografiche, che guadagnano un casino di soldi praticamente senza far nulla! Che non vengano a piangere sulle spalle dei consumatori, che si ritrovano a dover spendere più di 20 € per album di 40 minuti 40 (vedi Amy Winehouse o l’ultimo di Bryan Adams)! Se loro guadagnassero un decimo di quello che guadagnano ora, rimarrebbero comunque multimilionari e forse potrebbero lo stesso pubblicare più gente giovane!
Il problema è enorme, ed il mondo discografico mondiale è ad anni luce dal risolverlo, perfino quello filmografico, le major del cinema, sembra più propenso ad adattarsi al mondo del Web rispetto a loro! Ed infatti, la gente inizia a pubblicarsi la musica in proprio, ed ecco allora chi ha già i soldi, come Radiohead o Coldplay o Paul McCartney, che permettono all’utente di scegliersi il prezzo della loro opera, o i giovani che usano social networks come MySpace come trampolino di lancio, alla ricerca di fare colpo su queste maledette major ed il loro strapotere, i loro strasoldi e la percentuale estremamente bassa che riversano all’artista stesso, che se vende milioni di dischi allora guadagnerà in proporzione, ma se rimane un prodotto di nicchia come tirerà avanti?
Il musicista, maledizione, non deve guadagnare sul CD, il suo obiettivo non è quello, bensì portare la gente ai concerti, dal vivo, dove sicuramente dà maggior soddisfazione suonare e dove c’è la vera fonte del guadagno (anche se, pure sui biglietti dei concerti ci sarebbe da uccidere qualcuno…).
E allora, per chiudere: di nuovo, che questi personaggi incravattati nei loro completi da x mila euro non vengano a piangere su di noi, quando loro stessi per primi non riescono ad adattarsi al mondo nuovo che li circonda: vogliono rimanere nel loro piccolo orticello, bello verde di moneta sonante, e fanno di tutto per tenerlo così com’è, senza capire che il terzo millennio va in altre direzioni, e presto o tardi anche loro dovranno adattarsi.
Ecco un ottimo esempio:
http://www.jonathancoulton.com/
(Il compositore della musica finale di Portal.)
Particolarmente significativo:
http://www.jonathancoulton.com/2008/01/31/hacking-my-site/