Ecco un’immagine del tavolo dei relatori del convegno cui sono stato oggi, dal titolo “Forme e paradossi della democrazia digitale” (dal ciclo “Democrazia e conoscenza”, in Bicocca).
Ciò di cui si è discusso è se e come gli strumenti delle reti sociali, del Web 2.0, intervengono nelle forme della democrazia, quali paradossi esistono oggi nell’utilizzo di questi strumenti, fin dove ci si può spingere.
Senza scendere nel dettaglio dei singoli interventi, ciò che si può dire è che esistono visioni contrastanti: chi si raffigura la rete sociale come una grande illusione, in cui la gente crede di star meglio, crede di essere felice ma in realtà non è cambiato nulla rispetto a prima; chi crede invece che vi siano grandi processi democratici sottostanti tutta la nuova tecnologia di Internet, in fenomeni come la “lunga coda”, l’influenza che ora ha il singolo ad esempio nei fenomeni elettorali.
Ciò che probabilmente racchiude pienamente quanto succede è il definire la situazione attuale come essere in mezzo ad un guado: un occhio rivolto in avanti, uno rivolto all’indietro; spesso vi sono persone (politici, dico io, o proprietari di aziende e associazioni (qualcuno ha detto RIAA?)) che sono ancora ancorate ad idee vecchie, che non vogliono o non riescono ad adattarsi ai cambiamenti in atto: il cittadino invece oggi vuole intervenire in prima persona, vuole poter dire la sua, vuole forse avere un peso maggiore rispetto a qualche anno fa nelle decisioni ad esempio del proprio paese. Forse Internet è anche una cassa di risonanza.
I dati tuttavia non sono confortanti: una percentuale molto bassa di utenti si connette alla Rete per informarsi, una parte forse anche bassa scrive effettivamente su blog o strumenti come Facebook oppure critica contenuti altrui. Le aspettative dei veterani del Web erano alte, e lo sono ancora, ma vi è la consapevolezza che le cose non accadono da sole, che devono essere in qualche modo indirizzate: ecco quindi la necessità prima di tutto di formare le persone, a partire naturalmente dalla scuola, la necessità di avere connettività magari a 2 MB ma ovunque, la possibilità di avere strumenti che permettano l’interazione con gli enti locali come per quelli statali…
E proprio sull’interazione con gli utenti, con gli strumenti come Facebook, molto usato in questo convegno (ad averlo saputo prima!) per comunicare sia con il pubblico sia a casa (eravamo in streaming online) sia con quello presente effettivamente (alcune domande dai presenti sono arrivate via Internet!), forse potrebbero essere usati anche in alcuni progetti (uno in particolare) che ho, in cui si chiedeva appunto feedback dai visitatori del Portale ma con l’effettiva impossibilità di usare alcuni strumenti… che un gruppo su Facebook possa essere la soluzione? O forse siamo ancora un po’ indietro da questo punto di vista?
Potrebbero esserci persone da convincere verso una visione che a loro è probabilmente estranea (nel mio paese c’è gente, e gente poco più vecchia di me, che non si fida a comprare biglietti per un viaggio via Web!), ma il nostro target è proprio quello dei giovani studenti, che sono grandi fruitori e quindi che potrebbero effettivamente interagire al meglio con queste tecnologie!
Bè, direi che per oggi ho detto abbastanza! 😀
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